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APPELLO DEL PRODUTTORE FRANCESE NICOLAS JOLY AI VIGNAIOLI SICILIANI: TORNATE AI LIEVITI NATURALI

Il futuro del vino è nell'originalità del gusto, nelle emozioni che restituisce in bocca: ma oggi i vini si somigliano tutti, perché chiunque può riprodurre un gusto, grazie ai lieviti commercializzati da due multinazionali. Ecco perché difendendo l'originalità delle radici e portando un pezzo di Sicilia nella bottiglia sarà più facile reggere il mercato e la concorrenza.

Un appello ai viticultori siciliani “per passare dalla chimica alla vita” è stato rivolto da Nicolas Joly, produttore francese di Borgogna e uno dei guru mondiali della biodinamica, che ha tenuto una lezione appassionata ed applaudita nel Castello dei Principi di Biscari, ad Acate, nell'evento “Rosso di Sicilia 2004”.

"Nel futuro si venderà l'originalità - ha detto Joly - per ora, con i gusti uniformati dai circa 300 lieviti aromatici standard, vinceranno le grandi marche con la mano d'opera meno cara. Oggi sono l'Australia e l'Africa del Sud, tra 10 anni sarà la Cina. Ma se il consumatore sente il gusto del beaujolais in un vino cileno, si sentirà preso in giro. Farsi trascinare su questa strada è una follia. E allora bisogna tornare ai 30 ceppi di lieviti naturali. Che danno il sapore al vino intimamente legato al territorio. Sarà il gusto a fare la differenza, verranno vini forse meno buoni, in assoluto, ma tutti autentiche espressioni della Sicilia. Che con la sua storia millenaria nel bicchiere sarà in grado di fare la differenza sul mercato".

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