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APPUNTI DI VIAGGIO … DAL VINEXPO DI BORDEAUX: ECCO COME E’ ANDATA LA GRANDE KERMESSE DEL VINO FRANCESE SECONDO UN INVIATO “MOLTO SPECIALE” DI WINENEWS …

Italia
Professionisti e operatori del vino ... ma a Bordeaux anche inviati speciali di WineNews

E’ la vetrina dei vini e dei distillati più importante della Francia e tra le più significative a livello internazionale: al Vinexpo di Bordeaux, che si è tenuto in questi giorni, c’erano professionisti e operatori in arrivo da tutto il mondo, e ovviamente non poteva mancare Winenews!

Ecco allora, riassunto in sette “flash”, il resoconto della kermesse d’Oltralpe, secondo un nostro inviato “molto speciale”, un noto nome del mondo del vino in incognito che dal suo palcoscenico privilegiato svela i retroscena e lancia le sue considerazioni personali sul Vinexpo …

La Francia al Vinexpo

I vini di Bordeaux a Vinexpo sono proposti dagli oltre 450 “negociants” e centinaia di Chateaux che dentro e fuori dai padiglioni fieristici attirano migliaia di operatori ed accompagnatori per degustazioni, cene, ricevimenti vari. Un’integrazione di grande efficacia. I grandi acquirenti statunitensi i piedi in fiera neanche li mettono, tanto possono lavorare proficuamente negli uffici dei “negociants” distribuiti sul territorio bordolese.

L’Italia al Vinexpo

Vinexpo assicura una presenza di prestigio: una presenza obbligata per le cantine italiane che operano con continuità sui mercati esteri. Oltre ad essere punto di incontro con gli importatori con i quali già le aziende operano, Vinexpo offre la possibilità di intercettare nuovi importatori in arrivo da tutto il mondo. Per ottenere risultati apprezzabili occorre continuare ad andarci, giungervi preparati, imparare a sfruttare le sinergie, avere idee per guadagnare visibilità, cogliere tutte le opportunità, arrivare con i prodotti giusti ed … avere un pizzico di fortuna!

Note di pessimismo

Quest’anno non erano numerosi gli operatori ed i giornalisti in arrivo dai Paesi della Vecchia Europa e dal Nord America. Le cantine degli operatori, dei ristoranti, delle enoteche traboccano già di vino: fretta e euforia per comperare nuove annate non se ne vede in giro.

Note di ottimismo

Molti invece gli operatori provenienti dai Paesi con “nuovi” consumatori: Est Europa (dall’Albania alla Russia), Centro e Sud America (dal Nicaragua al Brasile), Africa (dalla Giordania a Dubai), Estremo oriente (dalla Cambogia alla Cina). Questi Paesi costituiscono oggi il motore di crescita trainante della domanda dei “premium wines” (vini che vendono a più di 4 euro alla bottiglia). Chi consuma vino in questi Paesi? Perlopiù nicchie di consumatori locali benestanti e turisti in arrivo dall’estero.

La Francia che cambia

Si discute animatamente (come in Italia, peraltro) di normative e legislazione vinicola più adeguata ad accogliere la domanda in arrivo dai Paesi “nuovi” consumatori. Fioritura di etichette più semplici, di lettura meno complicata; messaggi meno pomposi, più facili da capire e più pratici; design più fantasioso. Utilizzo della indicazione “Vins de Pays” (come noi utilizziamo in Italia la Igt) per procurarsi maggiore libertà nella scelta varietale, nei metodi di vinificazione, nei tempi di maturazione. Aumenta la voglia, da parte di alcuni produttori, di dare spazio a fantasia e creatività.

Un messaggio per l’Ice

Lo strappo con Vinexpo non ha visto vincitori ne’ vinti: hanno perso tutti! Occorre avviare da subito la ricucitura. Tenendo presente che la Francia deve essere per l’Italia del vino l’interlocutore privilegiato. I vini italiani non sono in diretta concorrenza con quelli francesi perchè non produciamo in grandi quantità i vini che portano il nome delle loro varietà più prestigiose. I francesi si sentono accerchiati dai Paesi produttori del Nuovo Mondo e dal loro marketing aggressivo e soffrono perchè a causa di ciò dovranno estirpare vigneti nelle loro aree meno vocate. Dalla cultura, dalla tradizione vinicola e dal marketing francese non possiamo che trarre insegnamenti per imparare a vendere meglio i nostri “premium wines”. Quest’anno a Vinexpo gli australiani non c’erano quasi (non si amano!). Che interesse hanno quelli di Vinexpo a privilegiare la presenza di spagnoli e cileni come è avvenuto quest’anno? L’Italia è sicuramente il Paese produttore che li disturba di meno, e per il quale nutrono maggiore ammirazione.

Rimpiangere Vinitaly?

Un pizzico di esterofilia ci porta spesso ad ammirare gli eventi fuori casa più dei nostri. Invece, gli espositori presenti con la produzione degli accessori erano relegati a Vinexpo al Palazzo dei Congressi: del tutto fuori mano e totalmente trascurato dai visitatori. Il traffico nella città di Bordeaux, nei giorni di Vinexpo, dalle 8,30 alle 10 del mattino e dalle 18 alle 20,30, era un inferno! Punti di ristoro, ristoranti ed alberghi molto cari, per i pellegrini di Vinexpo. Vi ricordate delle baguettes profumate e croccanti? Dopo le 35 ore di Jospin potete scordarvele ... Al loro posto un’invasione di pane congelato, resuscitato per la bisogna. Nei ristoranti di pesce quello cucinato intero è una rarità assoluta. Imperversano i filetti di triglia, i tranci di rombo, di branzino, di merluzzo … il pesce fatto a fette. Come preferisco quello intero che i ristoranti di Verona a Vinitaly sono invece capaci di fornire!

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