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ARRIVA NUOVO FALSO CHIANTI USA SI CHIAMA KEY AUNTIE. LO DICE LA COLDIRETTI

L’ultimo falso Chianti arrivato sul mercato si chiama Key Auntie è prodotto negli Stati Uniti e fa leva sulla pronuncia inglese del nome per ingannare i consumatori: lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un vino prodotto dalla Scatter Creek Winery al prezzo di 14,5 dollari alla bottiglia.

Un prodotto che può essere facilmente acquistato su internet e che viene descritto come eccellente per accompagnare la cucina italiana dalla ditta produttrice. Peraltro - continua la Coldiretti - una edizione speciale 2009 è stata realizzata per celebrare l’elezione del presidente degli Stati unti Barak Obama. Ma imitazioni del vero Chianti made in Italy sono molto diffuse in tutto il mondo e in California è la Forest Ville a mettere sul mercato dell’improbabile Sangiovese - Chianti, scovato dalla Coldiretti.

Si tratta della conferma del fatto che - sottolinea la Coldiretti - il Chianti è il vino italiano più amato, ma anche più imitato all’estero dove sono molte diffuse imitazioni che mettono a rischio l’immagine del prodotto. All’estero sono falsi più tre prodotti alimentari “italiani” su quattro, con le esportazioni dall’Italia che raggiungono il valore di 18 miliardi di euro e rappresentano appena un terzo del mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro.

La pirateria agroalimentare internazionale - denuncia la Coldiretti - utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: dai vini ai formaggi, dai salumi ai biscotti, dall’olio di oliva ai condimenti.

Il rischio reale - conclude la Coldiretti - è che si radichi nelle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. Per questo la tutela delle denominazioni di origine è una priorità nell’ambito dei negoziati sul commercio internazionale del Wto.

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