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ARRIVA UNA PAUSA DI RIFLESSIONE PER IL TURISMO DEL VINO E DEI PRODOTTI AGRICOLI D'AUTORE ... IMPROVVISAZIONE E PREZZI ALTI ESIGONO UN CAMBIO DI ROTTA

Italia
Turisti in cantina

Dopo la crescita esponenziale degli ultimi anni, per il turismo enogastronomico è venuto il momento di una pausa di riflessione: secondo Magda Antonioli, direttore del Master del Turismo all’Università Bocconi di Milano e tra le prime in Italia a studiare il fenomeno all’inizio degli anni Ottanta, la tumultuosa proliferazione dell’offerta sta delineando uno scenario in cui, accanto a indicazioni positive, si manifestano anche segnali di preoccupazione che non possono essere sottovalutati.

Proprio per approfondire questi aspetti la Bocconi sta conducendo un’indagine tra gli operatori italiani, dalla quale sta emergendo un quadro che dovrebbe indurre ad un’attenta riflessione e ad un cambio di rotta gli addetti ai lavori: l’offerta del turismo enogastronomico in Italia risulta attualmente caratterizzata da improvvisazione, individualismo ed episodicità. Più una moda da seguire, insomma, che il frutto di una ponderata strategia di marketing.

Un altro problema è rappresentato dai prezzi, cresciuti in maniera esponenziale e con aspetti speculativi. Nato anche per rispondere a fenomeni, come lo scandalo del vino al metanolo, che avevano rischiato di compromettere la reputazione del settore vitivinicolo italiano, il turismo enogastronomico fa ancora del vino uno dei suoi punti di forza, insieme alle altre eccellenze del territorio. Le cantine continuano ad aprire le porte ai turisti per farli avvicinare alla cultura enologica, coinvolgendoli in degustazioni, mostre, eventi e spettacoli: ma da fenomeno spontaneo il turismo del vino deve ora diventare un prodotto vero e proprio, con strategie promozionali definite e precisi criteri di qualità dei pacchetti e dell’ospitalità.

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