Sintetizzare non è mai facile: soprattutto quando si corre il rischio di dimenticare qualche attributo. Come provare a classificare, quindi, i vini e la filosofia di Luigi Scavino, di sua moglie Lorella e del figlio Lorenzo, rappresentante della quinta generazione aziendale e ormai addentro in pianta stabile nell’attività aziendale? Vogliamo parlare di territorialità? Di tipicità? Di eleganza? O forse di potenza e di longevità? Ecco, non è facile. Perché i vini Azelia queste caratteristiche le mantengono comunque tutte, senza che una precluda o collochi in second’ordine l’altra: anzi generando sinergie organolettiche di compiuta fusione, pur se originate a monte da dinamiche opposte. Anche per questo i titolari hanno sempre creduto nelle variegate sfaccettature dei singoli appezzamenti, come dimostrato dai diversi Barolo. Non va dimenticato, infatti, che i vigneti di produzione si affacciano fra Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba: il primo comune vede protagonista Bricco Fiasco, risalente ormai a oltre settant’anni fa; da Serralunga, invece, altri due campioni come il Margheria e il San Rocco, solidissimi. Ci si diverte però anche con il Nebbiolo minore (che brutta parola, in questo caso!) o col Dolcetto. Stavolta fa la sua bella figura il primo: succoso, diretto, floreale di viola e fruttato di prugna, impeccabile nel suo essenziale verbo langarolo. Da berne a secchiate.
(Fabio Turchetti)
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