Ottenuto da Albarossa in purezza, vitigno ottenuto nel 1938 da Giovanni Dalmasso da un incrocio tra Chatus (Nebbiolo di Dornero) e Barbera e riproposto una quindicina di anni fa dalla Regione Piemonte come varietà che unisce Langhe, Monferrato e Roero, il La Lus 2016 è affinato in barrique e acciaio per 12 mesi. Al naso evidenzia profumi di ciliegia e confettura di prugna, rifiniti da cenni tostati di vaniglia e liquirizia. In bocca, ha struttura compatta e morbida, dal sorso succoso e avvolgente, con finale che torna fruttato e tostato. Banfi, marchio celeberrimo per la sua produzione prima di tutto di Brunello di Montalcino, è ormai un gigante della vitienologia del Bel Paese. E non solo perché realizza etichette provenienti da quasi tutte le denominazioni più importanti della Toscana (Chianti Classico e Bolgheri, su tutte), ma anche perché ha diversificato la sua attività in campo distributivo (per esempio, con Faro Palari e lo Champagne Joseph Perrier). Un pezzo significativo, insomma, del panorama enologico italiano, che non guarda peraltro solo alla Toscana. In realtà non mancano anche degli “sconfinamenti”. E sono sconfinamenti di non poco conto. L’azienda con base a Sant’Angelo Scalo ha un piede in Piemonte fin dal 1979, un anno dopo lo sbarco dei fratelli John e Harry Mariani a Montalcino. Qui sono prodotte alcune denominazioni piemontesi e il vino oggetto del nostro assaggio.
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