La famiglia Bava in Langa ci sta da abbastanza tempo per dare i numeri: 113, ad esempio, che sono gli anni passati dalla prima vendemmia del lontano 1911, quando Giuseppe Bava inaugurò la cantina a Cocconato. Oppure 3, che sono le generazioni che oggi lavorano insieme per gestire 50 ettari di vigna e 20 ettari di boschi, prati e noccioleti: sono Piero Bava, “patriarca della Barbera” di 92 anni e nipote del fondatore, i figli Roberto (all’export), Giulio (in cantina) e Paolo (in vigna) e i nipoti Francesca, Giorgio e Andrea. Anche 14, che sono le etichette prodotte dalle 390.000 bottiglie che escono ogni anno, a partire dallo Stradivario, la Barbera più identitaria, anche in versione frizzante, Libera e Nizza. Ci sono poi i bianchi con lo Chardonnay e il Sauvignon; l’Albarossa e il Nebbiolo di Monferrato e delle Langhe; gli aromatici con la Malvasia Nera e di Schierano, il Moscato d’Asti e il Ruché, ed infine il Barbaresco e il Barolo. 3 sono anche le Cascine di proprietà: quella a Cocconato, dove tutto è iniziato, ad Agliano, sempre ad Asti, e a Castiglione Falletto, nel cuore del cru Scarrone, dove viene prodotto, appunto, il Barolo, dai 5 ettari di vigna che circondano la cascina acquisita negli anni Ottanta. Dall’annata 2020 ne è nato un vino ematico, dalle fresche note di arancia rossa e amarena in confettura; il sorso è saporito e sapido, di buona aderenza con un finale speziato e di nuovo agrumato.
(ns)
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