Benedetta Pasini e Furio Fabbri sono fiorentini e, novelli sposi, decidono di comprarsi un piccolo rifugio bucolico nella campagna di Montalcino. Sono i primi anni '90 e sono gli anni di quel fermento, che in poco tempo avrebbe decretato il successo mondiale del Brunello e del suo territorio. Benedetta e Furio ne rimangono affascinati, soprattutto grazie al loro vecchio vigneto terrazzato che decidono di recuperare. L'azienda - dedicata alle figlie Beatrice e Francesca - si trova proprio ai piedi del paese, nella parte rivolta verso est, verso la Val d'Orcia, verso l'alba. Grazie al padre di Benedetta, professore di Geologia e Paleontologia all'Università di Siena, analizzano i terreni e il contesto e ne comprendono la vocazione. È una zona fresca e idricamente ricca, che oggi beneficia anche del cambiamento climatico, circostanza che permette alle uve di maturare meglio e che ha facilitato il recente passaggio alla conduzione biologica, ponendo molta attenzione agli equilibri microbiologici del terreno e dei vigneti. Gli ettari (di solo Sangiovese) sono pochissimi e pochissima ne è la produzione di Brunello e Rosso di Montalcino, dell'Igt Toscana Ilex e del nuovissimo Rosato. Dalla siccitosa 2017, il Brunello ne è uscito testa alta: timbro floreale e agrumato, lievemente speziato, scorre fresco in bocca, soffermandosi il giusto grazie ai tannini equilibrati, finendo pepato e nuovamente floreale.
(ns)
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