La storia di quest'azienda è iniziata - come tante - col riscatto dalla mezzadria degli anni '50. Pietro Beconcini acquista i terreni che lavorava da contadino a San Miniato, li cede poi al figlio e di seguito al nipote, Leonardo, che ancora oggi li conduce insieme alla moglie Eva. Il passaggio a Leonardo è cruciale: inizia infatti uno studio accurato dei terreni e dei cloni di Sangiovese, che più si adattano all'idea di vino che vuole fare (longevo e complesso); dedica poi attenzione alla Malvasia Nera, ma la sorpresa arriva con la scoperta di un vecchio vigneto dall'uva sconosciuta. Diverse ricerche portano Leonardo Beconcini a scoprire una certa familiarità con il Tempranillo spagnolo e la spiegazioni plausibile ha a che fare con la via Francigena e agli scambi umani, commerciali e agricoli che agevolava. Una vite in un certo senso importata, che col tempo, venendo propagata per semina, ha sviluppato differenze genetiche rispetto al biotipo originario. Ma la parentela c'è ed è - in aggiunta - prefilosserica. Nascono così le 3 etichette dedicate al vitigno: un rosato, un rosso e il “Vigna Le Nicchie”, che subisce 4 settimane di appassimento. L'annata 2016 è decisamente intensa e profonda nei profumi: amarena sotto spirito, balsami silvestri, spezie legnose, note affumicate e di goudron, si imprimono risoluti sulla lingua, lasciando spazio al calore, alla dolcezza e alla persistente sapidità speziata.
(ns)
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