Storia lunga, questa, come tante altre vicende del Tricolore viticolo di qualità: iniziata cinque vite fa con Sante Begali, bisnonno dell’attuale titolare, e proseguita dal figlio di questi, Giovanni. Parliamo ovviamente di coltivazione e di vendita d’uva, perché la produzione propria sarebbe arrivata molto più in là. Con Lorenzo Begali, per l’appunto: che nel 1986 tira fuori dal cilindro la sua prima bottiglia, anche grazie al contributo fondamentale di sua moglie Adriana. Tanta altra acqua sotto i ponti, poi, fino all’ingresso stabile in azienda dei loro eredi, Giordano e Tiliana: il primo intento in cantina, l’altra impegnata nelle dinamiche commerciali. Dodici gli ettari di pertinenza, per un parco di dieci vitigni complessivi: tutti allevati a pergola veronese e su colline argillose, fra i centosessanta e i duecentoventi metri, per la stragrande maggioranza nella frazione Cengia (appartenente al comune di San Pietro in Cariano), eccezion fatta per una piccola particella sassosa in quel di Negrar. Fiore all’occhiello il cru storico Monte Ca’ Bianca, anch’esso seguito da Lorenzo con cura maniacale. Il suo (il loro) Amarone è un classico, di nome e di fatto: granato all’occhio, dalla trama olfattiva marcata da amarene sotto spirito, confettura di prugna, mora e spezie, e con palato avvolgente, caldo, morbido ed elegante, e finale di persistenza articolatissima e interminabile.
(Fabio Turchetti)
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