Una storia bella: di quelle che di certo non mancano nel nostro panorama enoico, che ne avrebbe da raccontare a iosa, ma che comunque fa sempre piacere incrociare, di tanto in tanto nel nostro girovagare. Un andirivieni che, se invece si limitasse solamente a qualche snasata nel bicchiere, oppure a un metronomico schioccar di papille, si rivelerebbe alla fin fine poco più che un’onestissima ma routinaria timbratura di cartellino. Invece, fortunatamente per noi e per il vino, ci si imbatte anche in famiglie come quella di Luca e Paolo Ferraro, sempre pronte a mettere in rilievo la dedizione per il loro territorio d’appartenenza: nella fattispecie quello dell’Asolo Superiore, di cui fra i primi ad innamorarsi fu papà Danilo, fondatore dell’azienda nel 1977. I vigneti godono di conduzione biologica e sono allocati, oltre che attorno alla cantina, anche fra i comuni di Monfumo, Cornuda e Maser: ed è proprio grazie a quei terreni calcareo-argillosi che la gamma produttiva si caratterizza con timbro sempre minerale e polputo, di bella sostanza organolettica. Il Col Fóndo, che già nell’enunciato si rifà alle tradizioni enologiche più radicate nel comprensorio, è realizzato senza filtrazioni, senza solfiti aggiunti e senza sboccatura prima della collocazione in commercio: muove al naso fra agrumi e frutta esotica, mentre in bocca conquista per la beva schietta, sapida e accattivante.
(Fabio Turchetti)
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