Il Greco di Tufo è, senza ombra di dubbio, una delle uve bianche di maggiore pregio d’Italia, per diversi osservatori la più importante. Per gli studenti di viticoltura, le varietà bianche amano climi freschi e lunghi periodi di maturazione prima della raccolta, ma la Docg di Greco di Tufo, sotto ai 41° di latitudine, si trova teoricamente collocata in un posto poco adatto alla grande viticoltura dei bianchi. Ecco, però, che ad una più attenta lettura delle mappe, si scopre che i siti privilegiati per il Greco di Tufo sono alti, più elevati ancora di quelli per il Fiano di Avellino e l’Aglianico. E a Tufo, in particolare, si gode di un suolo piuttosto diverso, quasi unico: le mine di zolfo di altri tempi ci ricordano che questo è terreno prescelto per questo vitigno e queste vigne. Conscio del potenziale della terra di San Paolo di Tufo, Benito Ferrara, erede di generazioni di esperienza in loco, fonda la sua azienda nella seconda metà del Novecento, e trasmette la tradizione e l’amore per la loro grande uva alla figlia Gabriella e al marito Sergio, che sanno bene ciò che hanno ereditato, chiamati a continuare. L’altitudine, fra i 450 e 600 metri, è ideale, la terra è quella benedetta e il lavoro di Paolo Caciorgna combacia e completa gli sforzi della famiglia. E poi c’è il Greco di Tufo, che qui esprime tutte le qualità - la forza, la vibrazione, la profondità – che gli ha dato la meritata fama.
(Daniel Thomases)
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