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“Benvenuto Brunello” 2017: poche le Riserva 2011 di buona esecuzione generale. Brunello 2012, figlio di un’annata calda, ha profumi pronti e strutture possenti e arcigne, un po’ in debito di piacevolezza. La top 15 degli assaggi di WineNews

Sotto i riflettori, a “Benvenuto Brunello” 2017, oggi a Montalcino, l’annata 2012 e le Riserva 2011. Quest’ultime, pur non essendo state prodotte da tutte le cantine, hanno evidenziato una buona esecuzione generale. Si tratta di una conferma, almeno a guardare il rating assegnato all’annata 2011 (quattro stelle), che ha messo in campo vini ben fatti ma, evidentemente, senza gli acuti che di solito possono contraddistinguere questa tipologia. Si tratta, insomma, del trionfo della “quantità” sulla “qualità”, nel senso che i vini mostrano in generale un rapporto più stretto con i legni di affinamento, un frutto più maturo e una sorta di ricerca di un “aumento” dimensionale a tutti i costi il che non sempre, anzi quasi mai, collima con un incremento qualitativo. Un limite che peraltro interessa ogni denominazione italiana che propone la tipologia Riserva.
Venendo all’annata 2012, i Brunello sono sembrati essere invece in controtendenza con il rating di cinque stelle attribuito all’annata. Si tratta di buoni vini, generalmente, ma non certo di stelle di prima grandezza. Prodotti declinati con buone/ottime caratteristiche da molti ma non da tutti i produttori e che hanno messo in evidenza l’essere figli di un millesimo caldo, dai profumi pronti e pieni, in qualche caso con qualche eccesso di maturità, ma anche dalle strutture possenti e arcigne, un po’ in debito di piacevolezza. Non mancano infatti esuberi alcolici come incroci tra legni di affinamento e tannini non perfettamente maturi, che rendono i vini a tratti molto più che nervosi e, probabilmente, anche non del tutto preparati ad una sfida lunga con il tempo.

Nella top 15 degli assaggi di WineNews
è emerso decisamente il Brunello 2012 di Poggio di Sotto, un vino che sa essere grintoso ma anche preciso e puntuale nelle sue componenti, con profumi e progressione gustativa a dir poco ineccepibile. Molto buono anche il Brunello di Montalcino 2012 di Canalicchio di Sopra, solido e compatto in bocca e dal bagaglio aromatico centrato e complesso. Non è da meno il Brunello di Montalcino 2012 di Salvioni, un vino dai profumi ampi e trasparenti e dallo sviluppo succoso e profondo. Ha tutta la fascinazione di un classico, austero e a tratti un po’ burbero, il Brunello di Montalcino 2012 di Baricci, un vero e proprio monumento alla tradizione. Snello e ficcante il Brunello di Montalcino 2012 de Le Potazzine. Una etichetta che ormai ha individuato il suo registro stilistico, originale e di grande piacevolezza è il Brunello di Montalcino 2012 de Le Chiuse. Altrettanto ben leggibile lo stile del Brunello “Vecchie Vigne” 2012 de Le Ragnaie, contrastato e intenso. Caldo e solare il solido e sostanzioso il Brunello di Montalcino “Vigna Loreto” 2012 di Mastrojanni. Tutto all’insegna della piacevolezza il Brunello di Montalcino 2012 di Pietroso, non di grande impatto ma decisamente intrigante. Possiede carattere da vendere il Brunello di Montalcino “Lupi e Sirene” 2012 di Podere Le Ripi. Convince il Brunello 2012 di Collelceto, dal naso particolarmente nitido e dalla bocca gustosa e continua. Frutto croccante e di bello sviluppo nel Brunello 2012 di Cupano. Sembra, infine, aver finalmente trovato un approccio stilistico più interessante il Brunello 2012 di Castiglion del Bosco. Passando alle Riserva, resta un punto di riferimento il Brunello “Poggio al Vento” Riserva 2010 di Col d’Orcia (la cui Riserva esce un anno più tardi del solito), un vino dai profumi di erbe e fiori e dal gusto profondo e lungo. Qualche cenno di evoluzione arricchisce il bagaglio aromatico del Brunello Riserva 2011 della Tenuta di Sesta, dal palato fine e di bella freschezza.

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