“Il mito, la storia!”, come in anni trascorsi avrebbe forse declamato Gianni Minà. Sì, perché da queste parti la storia l’hanno vista per davvero: e non soltanto quella dell’Amarone, che pure è stato protagonista nelle vicende aziendali del ventesimo secolo. Bertani, infatti, oltre ad aver seguito di pari passo nascita ed evoluzione della famosa denominazione veneta, essendo sorta nel 1857 ha visto formarsi e celebrarsi la stessa Unità d’Italia. Il vino, oltretutto, pulsava fortemente nelle vene dei fratelli Giovan Battista e Gaetano Bertani: che nonostante i tempi avevano già studiato viticoltura ed enologia in Francia, riportando quindi a casa un fardello cognitivo certamente non comune, almeno centosessant’anni fa. Tante ne sono successe, da allora, ma il prestigio e la qualità brillano ancora immutati, nonostante gli oltre due milioni di bottiglie prodotte, il passaggio di proprietà e i duecento ettari vitati sparsi un po’ per tutto il Veronese: ad iniziare da quella Valpantena che è stata la prima molla da cui sarebbe in seguito scaturita tutta quest’Amba Aradam enoica. Classico fra i classici, comunque (ci si perdoni il banalissimo gioco di parole), proprio l’Amarone Classico. Tipicità, eleganza, profondità, possanza, struttura, calore e persistenza: con marasca, prugna in confettura, spezie e fiori secchi, al naso, ad anticipare un sorso nobile e ricco, fatto di storia.
(Fabio Turchetti)
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