La Tenuta di Bibbiano vede il suo consolidamento e, successivamente, l’inizio del suo percorso viticolo tra gli anni '50 e i '70 del Novecento, grazie al lavoro di Pier Tommaso Marzi e di suo genero Alfredo Marocchesi. Si trattava, tutto sommato, di un’epoca pionieristica per il Chianti Classico, benché fosse l’areale di Bettino Ricasoli. Lo era se guardiamo a quegli anni dal punto di vista del vino di qualità. Bibbiano però impostò il proprio progetto cercando, senza scorciatoie, quell’obbiettivo e, se pure tra alti e bassi, costruendosi, prima di tutto, uno stile enologico coerente, personale e non privo di classicità. Merito dell’impronta inconfondibile di Giulio Gambelli, ma anche del mantenimento di una precisa cifra stilistica e di un particolare carattere dei vini da parte di Stefano Porcinai (ed oggi della consulenza di Maurizio Castelli nel solco della continuità). Il Chianti Classico Vigna del Capannino Riserva 1996, ottenuto dal vigneto omonimo che è, da oltre cinquant’anni, Cru aziendale insieme a Montornello, racconta quello che deve raccontare. Figlio di un’annata fresca, vero e proprio toccasana per un Sangiovese allevato in una zona tendenzialmente calda, restituisce profumi fragranti di ciliegia fresca e pietra focaia. In bocca, domina il contrasto dolce-acido e la sapidità in un sorso in cui anche i tannini nervosi sono complici del ritmo e della golosità del vino.
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