Il Sangiovese di Montalcino, “sussurrato” e mai “urlato”. È questo, ma non è una sorpresa, il tono espressivo che ritroviamo anche nella Riserva 2013 del Greppo. I profumi sono sfumati nei rimandi di ciliegia, agrumi, spezie, terra, tabacco e punta di matita, ad anticipare un sorso profondo, scandito da un’acidità ficcante, tannini aristocratici e frutto polposo. Sono cambiate tante cose al Greppo, da quando, alla fine del 2016, il gruppo francese Epi della famiglia Descours ha preso in mano la storica azienda di Montalcino. Ma non si è certo andati a caccia di una rivoluzione a tutti i costi, consapevoli che i vini e il loro profilo stilistico sono ormai entrati nella storia dell’enologia italica e non solo. Muovendosi con un lavoro sempre più minuzioso, che ha visto, in vigna, la mappatura dei diversi terreni di proprietà (26 ettari complessivi), per arrivare oggi a 15 parcellizzazioni, vinificate separatamente e uno studio meticoloso sui cloni di Sangiovese, a partire dai quelli aziendali più vecchi fino al celebre BBS11, anche guardando ai cambiamenti climatici in atto. In cantina, legni nuovi e una consapevolezza enologica più moderna, sempre però nel solco delle scelte ormai storiche della tenuta, per dare ancora più sostanza alle intuizioni e alla sensibilità di Franco Biondi Santi, ribadita dalla politica commerciale di far uscire un'annata storica in concomitanza con quelle nuove.
(fp)
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