Cominciano ad affacciarsi sul mercato le nuove etichette a marchio Bisol, frutto di un progetto di rinnovamento, avviato dopo l’ultima edizione di Vinitaly. Un nuovo marchio, iconico e rappresentativo, che simboleggia la volontà di Bisol e del gruppo Lunelli (che ha acquisito la marca veneta nel 2014) di lanciare il Prosecco ancora più in alto di quanto già non sia. Un restyling che non è soltanto tale, ma ha l’obbiettivo di marcare ulteriormente la distinzione, tra Prosecco Doc e Prosecco Superiore. Sì certo non manca anche l’innovazione grafica, ma il senso più profondo è quello di riaffermare la filosofia complessiva della famiglia Bisol, che resta un nome storico di Valdobbiadene. Proprio sulla storia e le radici sono incentrate le sette nuove etichette, cinque di Bisol e due di Jeio. La serie Bisol è quella che sottolinea la grandezza e la qualità del territorio di Valdobbiadene, le due Jeio sono invece quelle più giovani e conviviali, e rappresentano il lato informale e festaiolo del Prosecco. Ma veniamo allora al vino e alla prova del bicchiere. Il Valdobbiadene Superiore Rive di Campea, pur non nascondendo anche i caratteri di un’annata complicata come la 2017, si afferma come un vino di ottima godibilità sia olfattiva che gustativa, confermando anche l’intento di sottolineare la sua personalità, originata dalla materia prima proveniente dal più importante vigneto di proprietà.
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