Ha una bella succosità quasi vinosa, piena di piccoli frutti rossi e melagrana, con un tocco lievemente speziato, il Malbec 2020 di Stajnbech, che subisce una macerazione sulle bucce di una decina di giorni per poi affinare in acciaio. Una vinificazione semplice che dà morbidezza al vino, senza togliere freschezza e sapidità ad un sorso piacevolmente amaricante e ancora decisamente fruttato, con quel ricordo si spezie già enunciato dai profumi nel bicchiere. I vigneti, da cui la cantina produce questa bottiglia dall'etichetta blu scuro altrettanto semplice ma d'impatto, si trovano a Belfiore di Pramaggiore su terreni argillosi. Pare che le piante di Malbec siano arrivati in zona grazie agl'immigrati veneti di ritorno dal Sud America e che si siano poi diffuse con discreto successo. Pramaggiore si trova al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, a metà strada fra la costa di Caorle e l'entroterra di Pordenone: qui nel 1991 Adriana Marinatto e Giuliano Valent hanno fondato la cantina (che riprende l'antico toponimo locale di “Stagnibech” e quello successivo austriaco di “Steinbach” - ruscello di pietre), piantando il primo vigneto nel 1988; oggi li hanno raggiunti le figlie Medea e Rebecca a gestire l'azienda secondo la lotta integrata. Il Malbec fa parte della linea Classica che producono a fianco alla linea Superiore, a due bollicine e due etichette bandiera: il Sauvignon Evò e il Tocai Friulano 150.
(ns)
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