Una famiglia che ha segnato la storia imprenditoriale piemontese dall’Ottocento, un’esperienza nel comparto vino iniziata nell’ultimo decennio del Novecento, un Barolo identitario. L’avventura della famiglia Boroli in Langa è oggi nelle mani di Achille che ha dato una svolta alla produzione vitivinicola. Dopo la stella Michelin alla Locanda del Pilone, proprietà dell’azienda, con la vendemmia del 2012 è cambiato il metodo di lavoro in vigna e in cantina, con una focalizzazione estrema sui cru di Barolo. Nel confrontarsi con un’annata complessa come la calda 2017, Boroli ha concentrato ancor più gli sforzi sulle selezioni e ne ha tratto vini di carattere e buona bevibilità, nel segno dell’equilibrio. Rispetto ai due cru Cerequio e Villero, il Brunella rappresenta un unicum già solo perché è un monopolio. Inoltre, la lavorazione ne esalta le peculiarità: il Brunella 2017, dopo la macerazione a cappello sommerso per quasi un mese e la malolattica in acciaio, ha infatti frequentato in affinamento solo legni grandi e questo traspare nella profondità verticale. Nel calice, di un rosso rubino elegante, se la giocano sentori di ribes, liquirizia e tabacco, con un sottobosco morbido che ingolosisce. Il sorso è pulito, i tannini morbidi accompagnano l’emergere del frutto e una speziatura leggera che avvolge e seduce. Grande bevibilità per un vino che ha una sorprendente profondità poliedrica.
(Giambattista Marchetto)
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