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BORSA E VINO, NASCE IL PRIMO INDICE VITIVINICOLO MONDIALE A CURA DI MEDIOBANCA. UN'ANTEPRIMA ASSOLUTA, MA NEL NUOVO STRUMENTO NON FIGURA L'ITALIA, UNICO PAESE PRODUTTORE PRIVO DI AZIENDE QUOTATE IN BORSA

Borsa e vino, nasce l'indice mondiale del settore vinicolo. Ci ha pensato
Mediobanca, insieme all'Università di Firenze, presentandolo in anteprima
nazionale nel capoluogo toscano nell'ambito del Master universitario in
Management e Marketing delle imprese vitivinicole.
Secondo gli studi di Mediobanca investire in vino dà risultati sorprendenti:
mentre le borse nazionali perdono in media il 19,4% del proprio valore, l'indice
dei vini guadagna invece il 16,9%. Una controtendenza inaspettata, e fino
ad oggi sconosciuta ed impossibile da rilevare, con un'unica eccezione.
In Australia, il paese emergente che più dà da pensare ai vignaioli italiani,
la borsa ha infatti complessivamente guadagnato negli ultimi anni il 9,4%
mentre il vino, in termini sempre di indice ma non certo di esportazioni,
ha perso per strada il 9,1%. '
'Su questo ci sarebbe da aprire una riflessione per capirne le cause'',
hanno detto ad una sola voce Vincenzo Zampi, coordinatore del Master, e Gabriele
Barbaresco dell'Ufficio studi di Mediobanca - anche con l'effetto cambio,
investire resta conveniente, nonostante l'ascesa dell'euro riduce i guadagni.
Se l'indice Mediobanca mondiale vinicolo in valuta locale guadagna il 16,9%,
in euro il profitto scende al 4,9%". I dati su cui è stato costruito il
nuovo strumento, rappresentano la media di tre anni e mezzo di studi (da
gennaio 2001 al giugno 2004) e prendono come riferimento 48 titoli, estratti
dall'universo di quelli quotati e rappresentativi di 12 Paesi tra i quali
non figura però l'Italia dove ancora non esistono case vinicole quotate.
Secondo quanto emerso nella giornata fiorentina il peso maggiore tra le
nazioni spetta all' Australia con il 55%, seguita dagli Stati Uniti con
il 20%, dal Cile con l'8% e da Francia, Spagna, Canada e Cina con il 3%
ciascuno, mentre l'unione di Sudafrica, Nuova Zelanda, Grecia, Germania
e Regno Unito ha un peso del 5%. La capitalizzazione complessiva delle aziende
e' di oltre 14 miliardi di euro con solo tre titoli che superano un miliardo
di euro di valore di Borsa.

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