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IL NEGOZIATO UE

Brexit, Giansanti: dal Consiglio Ue una soluzione soddisfacente per le Indicazioni geografiche

Il presidente Confagricoltura sul vertice del 17 ottobre: 30% delle vendite made in Italy in Uk (3,5 miliardi) assicurato dai prodotti a Denominazione
BREXIT, Confagricoltura, Mondo
Indicazioni geografiche al centro del vertice Ue del 17 ottobre. Credit Alexander Dubovsky

Circa 3,5 miliardi di euro, di cui il 30% assicurato dai prodotti a Denominazione d’origine e Indicazione geografica: a tanto ammontano le vendite del made in Italy agroalimentare sul mercato del Regno Unito, secondo le stime elaborate da Nomisma. Regno Unito per il quale “il negoziato sull’accordo di recesso dall’Ue è giunto ai passaggi finali. Il tema sarà all’ordine del giorno del Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles il 17 ottobre. Ci attendiamo dal vertice una soluzione soddisfacente sul capitolo delle indicazioni geografiche dei prodotti agricoli”: così il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia della riunione dei Capi di Stato e di Governo. “Anche dopo la Brexit - prosegue Giansanti - devono essere garantiti sul mercato britannico il riconoscimento e la piena tutela delle denominazioni relative all’origine sulla base della normativa europea”.
Per il Prosecco, in particolare, gli acquisti dei consumatori britannici incidono per il 40% sul totale delle esportazioni. Per i prodotti a base di pomodori e i formaggi grana a Denominazione d’origine protetta (Parmigiano Reggiano e Grana Padano), l’incidenza è, rispettivamente, del 20 e 10%. Di rilievo anche le vendite di riso. Secondo il presidente della Confagricoltura, “va fatto ogni sforzo per evitare una “hard Brexit” che avrebbe un pesantissimo impatto sia per gli Stati membri dell’Unione, sia per il Regno Unito”.
Senza un accordo, dal 29 marzo del prossimo anno, il Regno Unito diventerebbe a tutti gli effetti un Paese terzo e, pertanto, sugli scambi commerciali si applicherebbero le tariffe doganali stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio che, per i prodotti agroalimentari, superano in taluni casi il 30%. Il bilancio dell’Ue non sarebbe in grado di coprire tutti i pagamenti previsti dalla Politica agricola comune. “Un accordo sulle condizioni per il recesso del Regno Unito, con un adeguato periodo di transizione - conclude Giansanti - agevolerebbe la trattativa sul futuro delle relazioni bilaterali che, da parte nostra, auspichiamo possano essere le più strette possibili”.

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