Un nome alquanto strano per un vino delle Langhe, La menzione Santa Rosalia infatti richiama la patrona di Palermo. Perplessità che fuga Enzo Brezza che ci racconta come in passato non fossero poche le donne siciliane che lavoravano in vigna dalle sue parti e che quel nome deriva proprio da lì, da una devozione nei campi. Siamo a Barolo, davvero a due passi dal centro del paese. Enzo rappresenta la quarta generazione di questa azienda che possiede 22 ettari, di cui 16 coltivati a vigneto e che ha un albergo e un ristorante. Nasce nel 1885 e prende il nome da Giacomo Brezza che insieme al padre Antonio, inizia a imbottigliare il vino per la prima volta nel 1910. Barolo storici e tradizionali i loro, affiancati da vini come questo, più di pronta beva ma che nascono da uve altrettanto prestigiose. Il Santa Rosalia - Nebbiolo d'Alba spesso considerato il second vin del Barolo - è fresco e fruttato, sa di pesca e ciliegia, con leggeri sentori di legno. Infatti, prima di fare un anno di botte, fermenta e macera sei/otto giorni a temperatura costante. Infine un anno di bottiglia. Vuole essere fragrante, perché gioca sulla non eccessiva estrazione ed è molto duttile a tavola, grazie a una versatilità negli abbinamenti davvero spiccata. Colore scarico ma bocca molto presente e vivace. Tannino fitto ed elegante. Tappo a vetro per questo come per tutti i vini della gamma "più semplice".
(Francesca Ciancio)
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