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BRUNELLO 2003: “QUATTRO STELLE” … GIORNALISTI E OPERATORI DA TUTTO IL MONDO. E’ LA SPLENDIDA “MAESTÀ”, CAPOLAVORO DI DUCCIO DI BUONINSEGNA, IL SIMBOLO DELL’ULTIMA VENDEMMIA DI MONTALCINO

Opinion leader e buyer da tutto il mondo per le nuove annate di Brunello di Montalcino: con “Benvenuto Brunello”, 130 cantine del territorio hanno proposto, in questi giorni, in anteprima l’annata 1999 (valutata con l’ottimo punteggio di “quattro stelle”) e la Riserva 1998. Nella “due giorni” dedicata a uno dei simboli dell’enologia italiana nel mondo, si sono succedute le degustazioni, i workshop, le cene di gala e le premiazioni.
“Benvenuto Brunello”, organizzato dal Consorzio di tutela e valorizzazione del famoso “rosso” di Montalcino, è importante anche perché assegna il rating della vendemmia: il 2003, un’ottima annata in tutta Italia, si è aggiudicata “quattro stelle” (su cinque). Il rating è stato fissato dal Consorzio del Brunello dopo scrupolose valutazioni (chimico-fisiche ed organolettiche) e considerazioni relative all’andamento meteorologico dell’annata da parte di una speciale commissione composta da venti importanti esperti ed enologi.

«Quella del 2003 è stata una splendida vendemmia - spiega Filippo Fanti, presidente del Consorzio - grazie alle eccezionali condizioni climatiche caratterizzate da una primavera piovosa e da un’estate caldissima e secca. A fronte di una diminuzione della quantità di uva raccolta si può rilevare un innalzamento del livello qualitativo, che siamo certi darà origine ad un Brunello di grande pregio, destinato ad un lungo invecchiamento”. Per celebrare il Brunello 2003 (che uscirà il primo gennaio 2008) è stata scelta la splendida “Maestà”, capolavoro del pittore di scuola senese del Trecento Duccio di Buoninsegna, per la tradizionale formella di ceramica che rappresenta l’annata e la relativa votazione in stelle, collocata ieri sulle mura del duecentesco palazzo comunale di Montalcino da Maria Antonietta Grignani, assessore alla Cultura del Comune di Siena.

La formella con la Maestà di Duccio si aggiunge a quelle realizzate negli anni scorsi da famosi personaggi come gli stilisti Roberto Cavalli e Miuccia Prada, il pittore Sandro Chia, il fotografo Oliviero Toscani, la campionessa di sci Deborah Compagnoni, lo stilista Ottavio Missoni, il designer Giorgetto Giugiaro. Una galleria unica al mondo in cui nomi celebri del nostro Paese hanno voluto offrire il loro personalissimo tributo al Brunello di Montalcino.

Quindi, i premi “Leccio d’Oro” assegnati dal Consorzio del Brunello, sempre oggi, a Montalcino ad uno dei ristoranti più famosi d’Italia, Alfonso e Livia Iaccarino del ristorante Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli), la più importante e fornita enoteca di Los Angeles, Enoteca Wally’s di Los Angeles una tipica osteria romagnola con una ricchissima cantina, Federico Tonetti dell’Osteria Le Maschere di Sarsina (Forlì).

Quindi, sempre oggi, a Montalcino, riconoscimento importante a Giulio Gambelli, che alla definizione di enologo preferisce quella di “maestro assaggiatore”, si devono alcune delle migliori bottiglie prodotte nella nostra regione nell’ultimo trentennio: uno dei nomi di riferimento della Toscana del vino, ma ha sempre preferito restare nell’ombra, schivo ad ogni forma di spettacolarizzazione oggi tanto di moda nel mondo del buon bere: eppure proprio. Nato nel 1925, Giulio Gambelli ha imparato il mestiere da un maestro d’eccezione, quel Tancredi Biondi Santi che ha creato le migliori Riserve della Tenuta Il Greppo e ha fatto conoscere il Brunello di Montalcino nel mondo. Grande difensore dei vitigni autoctoni (in particolare del sangiovese), Gambelli ha sempre difeso strenuamente le sue scelte personali, al punto di lasciare le cantine che non condividevano le sue decisioni.

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