Sono 15 gli ettari di vigneto, coltivati a biologico, per una produzione di 70.000 bottiglie, a disposizione dell’azienda di Barbaresco, uno dei punti di riferimento della denominazione, ormai consolidato. Francesco Rocca la conduce con la stessa determinazione e il medesimo piglio del padre Bruno, che la fondò nel 1978. Oggi, lo stile dei vini continua a rilevarsi sempre ben centrato, a cambiare, invece, sono le attenzioni all’ambiente non solo tra i filari, ma anche in cantina dove la lotta per diminuire la solforosa è sempre più praticata e i legni di affinamento sono sempre più rigorosamente grandi e il più possibile neutri. Articolata la gamma dei vini che passa da un unico bianco a base Chardonnay, per poi svilupparsi a maggioranza sui rossi dal Dolcetto d’Alba al Langhe Nebbiolo, dalla Barbera d’Alba e d’Asti, ai, naturalmente, Barbaresco Rabajà e Currà, solo per citare i Cru più importanti. Non è un caso che l’azienda Bruno Rocca abbia scelto di mettere una piuma in tutte le sue etichette, i suoi vini come le piume sono sempre eleganti, leggiadri e al tempo stesso complessi, tanto da librarsi in volo, nel tempo, per tantissimi anni, come accadrà al Barbaresco 2018. Etereo nell'approccio olfattivo, fatto di piccoli frutti rossi e violetta, cioccolato e spezie, più esuberante nel sorso, ben sostenuto da un solido abbraccio tannico, che si articola con ritmo vivace tra acidità e frutto.
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