La piccola realtà produttiva di Mirella Buscemi - moglie di Alberto Aiello Graci che già firma alcuni dei vini più affascinanti dell’Etna - si trova alle pendici del Vulcano sul versante Nord-Ovest, in Contrada Tartaraci nell’areale di Bronte, a una quota di quasi mille metri sul livello del mare (un’altezza che non consente alla cantina in questione di poter utilizzare la denominazione Etna, rappresentando uno degli ormai molti casi di questo genere, che indicherebbero un ritocco al disciplinare di produzione dei vini etnei). L’azienda inizia nel 2016 con l’acquisizione di alcuni appezzamenti con ceppi molto vecchi, anche centenari, allevati a Nerello Mascalese, Grenache, Grecanico e Carricante ed oggi la superficie aziendale conta su un po’ più di tre ettari, coltivati in biologico. Le operazioni di cantina prevedono l’utilizzo dell’acciaio in fermentazione, mentre per le maturazioni si usa cemento e legno grande. Due le etichette prodotte, per complessive 10.000 bottiglie immesse sul mercato: il rosso Tartaraci, blend a base di Nerello e Grenache, e Il Bianco ottenuto da un uvaggio a base di Grecanico e Carricante. La versione 2023 di quest’ultimo profuma di fiori di tiglio e acacia, mela, ananas, pesca, cedro ed erbe mediterranee su un fondo dai rimandi alla pietra focaia. In bocca il sorso è agile e profondo, dallo sviluppo vivace e dal lunghissimo finale dai rimandi agrumati.
(are)
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