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C’è chi li vorrebbe far sparire e chi invece li accoglie contro ogni aspettativa. Alcuni caprioli in difficoltà sono stati inseriti pochi giorni fa dalla Tenuta San Guido nell’oasi Padule di Bolgheri, un ricovero praticato da anni con riservatezza

Italia
I caprioli, ospitati a Bolgheri da Tenuta San Guido, la casa del Sassicaia

C’è chi li vorrebbe far sparire dalla faccia della terra, soprattutto dopo che la siccità li ha spinti a sfamarsi del raccolto di innumerevoli aziende agricole, specie del vino, e c’è chi invece li accoglie, da sempre, proprio perché in difficoltà: sono i caprioli, a cui la Tenuta San Guido, casa del Sassicaia, ha aperto le porte del rifugio faunistico Padule di Bolgheri per curarli e nutrirli e permettergli di vivere in un fondo chiuso protetto. I capi introdotti insieme alla Lipu e alla polizia provinciale di cui è stata data notizia pochi giorni fa, sono solo gli ultimi di una lunga serie. È una scelta, infatti, che la Tenuta porta avanti da anni con riservatezza, per onorare il profondo rispetto che Mario Incisa della Rocchetta aveva per la natura e che lo ha spinto nel 1959 a trasformare la sua riserva di caccia in un’oasi protetta per la fauna (dagli uccelli, ai mammiferi fino ai rettili), oggi riconosciuta internazionalmente e inserito nel “Sistema delle Oasi del WWF Italia” (www.tenutasanguido.com).

Questa filosofia di rispetto ed equilibrata convivenza con il contesto ambientale sentita dal Marchese, è un’eredità che l’azienda ancora oggi abbraccia e condivide, accogliendo le richieste di ricovero che ricevono continuamente e tentando di difendere non solo la produzione vinicola di altissima qualità, ma anche l’ambiente in cui questa produzione è integrata. Gli ungulati ricoverati in questi 630 ettari di macchia maremmana (e nutriti coi 400 ettari di seminativi della tenuta) sono bestie ferite, in difficoltà o semplicemente spaesate, incapaci di sopravvivere in un ambiente selvatico e fonte di pericolo anche per la viabilità. Sono animali incapaci di fare danni, controllati a livello medico, governati insieme a diverse università, censiti insieme agli enti preposti per evitare squilibri e protetti da alte reti che difendono sia loro che il raccolto delle aziende agricole vicine.

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