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C’È CHI MIGLIORA INVECCHIANDO ... STEFANO BRANCALEON, FONDAZIONE VILLA RUSSIZ - SAUVIGNON DE LA TORU 1993, FRANCESCO ROTOLO, VOLPE PASINI - SAUVIGNON ZUC DI VOLPE 2004, VALNEO LIVON, LIVON - FRIULANO RONC DI ZORZ 2002: ECCO I MIGLIOR FRIULANO VINTAGE

Italia
Stefano Brancaleon, Villa Russiz

C’è chi migliora invecchiando, come il Sauvignon de La Tour 1993 della Fondazione Villa Russiz (Doc Collio), miglior bianco del Novecento, il Sauvignon Zuc di Volpe 2004 di Volpe Pasini (Doc Colli Orientali del Friuli), miglior bianco ottenuto da uve vendemmiate tra il 2000 e il 2006 e, da uve di Tocai friulano raccolte nello stesso intervallo temporale, il Friulano Ronc di Zorz 2002 dell’azienda Livon (Doc Collio): ecco i migliori Friulano vintage eletti da “Il Friulano migliora invecchiando … non solo il vino”, la Selezione di scena oggi all’Hotel Principe di Savoia a Milano, promossa dall’Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale della Regione Friuli Venezia Giulia, insieme al Consorzio delle Doc - Fvg e in collaborazione con le Delegazioni regionali delle principali associazioni di settore (Ais-Associazione italiana sommelier, Asssoenologi e Onav-Organizzazione nazionale assaggiatori vino), dedicata a tutte le aziende del territorio (info: www.ersa.fvg.it). A valutare i 19 vini finalisti, una Commissione di giornalisti ed esperti delle principali testate e guide di settore chiamati a degustare alla cieca i vini candidati e individuare i vincitori.
“I risultati della Selezione di questi vini vintage - sottolinea Mirko Bellini, direttore generale di Ersa - hanno evidenziato come essi siano l’anima di un territorio che può dare anche grandi vini da invecchiamento. La consapevolezza dei produttori di fare dei vini destinati a migliorare con il tempo tuttavia fa parte di un passaggio successivo a quello che caratterizza i vini delle vendemmie degustate oggi e conferma l’innata vocazione del nostro territorio per vini che, anche dopo 20 anni, sono ancora capaci di dare ottimi risultati. Sono molte in Italia le zone che producono bianchi freschi e di pronta beva - aggiunge Bellini - l’acquisizione di una coscienza, da parte dei produttori friulani, di avere nel Dna proprio e delle proprie vigne, il potenziale innato per produrre grandi vini da invecchiamento, costituisce un’opportunità unica per un’intelligente diversificazione dell’offerta di prodotto e un ampliamento dei mercati, puntando sempre e costantemente ad aumentare l’offerta qualitativa delle nostre aziende. I vini invecchiati quindi rappresentano un’integrazione nell’ampia proposta che le nostre aziende sanno offrire”.
Per l’assessore alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali Claudio Violino, “l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia fa due cose bene: gestisce il territorio e produce prodotti di qualità. Una qualità che abbiamo scelto di presentare ai maggiori esperti del settore ma anche ai consumatori di una città che rappresenta per noi una vetrina importante, un potenziale bacino d’utenza molto attento alle eccellenze e all’elevato livello dei nostri prodotti, non solo vitivinicoli”.

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