Avete presente un tessuto “a nido d’ape”? Immaginatevi una vigna vista dall’alto, dove anziché vedere lunghe righe parallele, vedete una sorta di scacchiera a rombi. Un colpo d’occhio ormai raro, che si trova solo in alcune zone del Veneto, grazie ad un sistema di allevamento chiamato Bellussera ideato dai fratelli Bellussi a fine ottocento, per addomesticare meglio la vigoria del Raboso. Una forma alta anche 2,5 metri da terra e molto difficile da manutenere, ma che garantisce costante areazione e protezione dei grappoli da afa e gelate. Proprio da un vigneto a Bellussera di Ca’ di Rajo (che ne possiede 15 sui 65 ettari totali) proviene questo Iconema: un piccolo gioiello di Tai (Tocai Friulano), piantato oltre 100 anni fa e ancora a piede franco, che l’azienda veneta custodisce e vinifica, con un leggero appassimento delle uve su graticci e una parziale fermentazione (circa il 35%) in tonneaux. Pochissime le bottiglie prodotte ogni anno, tutte numerate. La versione 2019 sprigiona profumi di un’intensità calma: pietra focaia subito percepibile, seguita da burro e vaniglia, poi cedro candito, pesca gialla matura, mallo di noce, ginestra e una nota fresca persistente di macchia mediterranea a smorzare la dolcezza. In bocca è glicerico ma secco e aderente, materico e quasi salato: al sorso tornano intensi i sentori di fiori, di burro e pietra focaia, cui si aggiunge la caramella d’orzo in chiusura.
(ns)
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