Follia? Romanticismo? Professionalità? Entusiasmo? Spirito d’iniziativa? Irresponsabilità? Chiamatelo come volete, ma quanto messo in atto da questi baldanzosi giovanotti è un esempio che tutta l’imprenditoria, non soltanto quella vitivinicola, dovrebbe tenere ben presente: soprattutto in un momento storico come questo, in cui l’incertezza e il timore sono protagonisti assoluti della quotidianità d’ognuno. Tre enologi e un’ulteriore socia a far da utile contraltare per rimanere con i piedi ben saldi a terra, senza abbandonarsi a pericolosi voli pindarici dettati dalla rischiosa voglia di fare - l’anagramma delle iniziali dei quattro, fra l’altro, è alla base del nome Liptra, riferito anche alla caliptra floreale della vite: a loro si unisce il vocatissimo territorio di Cupramontana, al quale appartiene il cru San Michele presso il quale ha sede l’azienda. Una cantina che i Nostri, pur impegnati in diverse consulenze, hanno fondato nel 2012 ripromettendosi di coniugare alle più consolidate tecniche contadine la giusta dose di sperimentazione: potendo contare su un patrimonio viticolo, ormai di circa quarant’anni, costituito da Montepulciano, Trebbiano e Verdicchio. Quest’ultimo protagonista anche del Kypra, delizioso nel suo incedere fra nocciola, cedro, pesca, susina e ricordi erbacei, ma soprattutto degno di nota al palato: nervoso, sapido, contrastato e dinamico.
(Fabio Turchetti)
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