Il Cima Caponiera Riserva di Ca’ Rugate, le cui uve provengono da un appezzamento posto nell’estremità occidentale della zona classica, è fermentato e maturato in legno grande per quattro anni e va ad aggiungersi alla produzione rossista aziendale, che sta sempre più guardando alla Valpolicella. La versione 2018 profuma di mora, ribes, ciliegia ed erbe aromatiche, con tocchi affumicati e richiami speziati. In bocca il sorso è ben profilato, dallo sviluppo articolato e dal finale profondo e lungo con rimandi di congedo all’uva appassita. Ha davvero bisogno di pochissime presentazioni questa realtà vitivinicola con sede a Montecchia di Crosara, che oggi comprendente 90 ettari a vigneto in biologico per una produzione complessiva di 750.000 bottiglie. Anzi, diciamo pure che si tratta ormai di un riferimento e una garanzia nel panorama del vino italiano, almeno dal 1986, quando Fulvio Tessari fu il promotore dell’iniziale salto qualitativo aziendale con i primi imbottigliamenti a marchio Ca’ Rugate. Oggi il nipote Michele, che a partire dal Nuovo Millennio ha dato un ulteriore impulso ampliando i vigneti della cantina di famiglia, conduce una realtà capace di standard qualitativi assoluti tanto nei vini bianchi quanto nei rossi. I Soave firmati Ca’ Rugate restano probabilmente i vini aziendali più rappresentati, ma anche il livello dei rossi della Valpolicella sta decisamente crescendo.
(fp)
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