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Cambiamenti climatici e viticoltura, quando incendi ed uragani minacciano i territori del vino. In California si contano i danni, con otto aziende distrutte tra Napa, Sonoma e Mendocino, in Galizia in pericolo i vigneti di Rías Baixas

Ed adesso, chi glielo spiega a Donald Trump che i cambiamenti climatici esistono, e fanno più danni di quanti ci si possa immaginare? Come se non fosse stata sufficiente la devastazione portata a settembre dall’uragano Irma sulle coste della Florida, le ultime due settimane si sono trasformate in un inferno per la California, dove due enormi incendi, Tubbs e Atlas, generati da almeno 18 focolai diversi, hanno avvolto tra le fiamme la parte settentrionale dello Stato costiero, comprese le tre contee del vino, Napa, Sonoma e Mendocino.
Alla fine, con la cenere ancora calda, ma con il fuoco ormai domato e spento, la conta dei danni, per quanto riguarda il solo settore enoico (il bilancio, nel suo complesso, è a dir poco drammatico: 89.740 ettari di territorio distrutto, almeno 41 morti, ancora decine di dispersi e migliaia di persone evacuate, ndr), è ormai definitiva. E conferma quanto scritto nei giorni scorsi. Sono otto le aziende significativamente, o totalmente, distrutte: cinque nella Napa Valley (Patland Vineyards, Roy Estate, Signorello Estate, VinRoc e White Rock Vineyards), una nella Sonoma Valley (Paradise Ridge Vineyards) e due a Mendocino (Frey Vineyards e Backbone Vineyard & Winery), con altre undici, tra cui Stags’ Leap Winery che, come riporta l’associazione dei produttori Napa Valley Vintners (www.napavintners.com), hanno subito danni importanti.

Nel frattempo, le autorità hanno ritirato i primi ordini di evacuazione, permettendo a cittadini e vignaioli di fare ritorno alle proprie case, e prendere atto di una situazione che, comunque, non dovrebbe influenzare in maniera importante la produzione enoica californiana, perché la vendemmia era praticamente conclusa ovunque, ed i vigneti, se si eccettuano i casi citati, non dovrebbero soffrire grandi conseguenze.
Ma gli effetti del riscaldamento globale, che si traducono non solo in un aumento delle temperature ed in estati più lunghe, ma anche in fenomeni meteorologici estremi, si vedono anche in Europa, dove l’uragano Ophelia, che si è abbattuto su Galizia e Portogallo, alimenta da giorni le fiamme degli incendi che hanno colpito il nord ovest della penisola iberica, causando almeno 40 vittime, e minacciando vigneti e cantine della Rías Baixas. Sono già andati a fuoco, in realtà, diversi filari intorno al paese di As Neves, nel sud della Galizia, al confine con il Portogallo, di realtà leader del territorio come Grupo Vinicola Bodegas Marques de Vargas e Señorío de Rubiós. Ancora da calcolare l’entità dei danni, ma le cantine, almeno per ora, sembrano in salvo, come riporta il portale britannico “Harpers” (www.harpers.co.uk).

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