Non solo rossi per questa cantina di Montalcino, non immune, evidentemente, dalle ultime tendenze di mercato. Il Gamal 2023, Vermentino in purezza sulle sue fecce fini per cinque mesi, profuma di frutta tropicale, fiori di glicine e leggeri tocchi terrosi. In bocca il sorso è sapido e continuo, dallo sviluppo solido e dal finale che torna sul frutto. Nella periferia occidentale del comune di Montalcino, sul versante che declina verso la vicina Maremma, prende forma il piccolo borgo Camigliano, la cui storia è legata a doppio filo a quella di Montalcino. Qui, negli anni del boom economico, giunse Walter Ghezzi, imprenditore milanese alla ricerca di una tenuta in grado di soddisfare la sua sete di campagna. Acquistata nel 1957, fu oggetto di un’opera di risistemazione che portò, nel 1965, a produrre la prima bottiglia di Brunello di Montalcino. L’opera di Ghezzi è stata proseguita dal figlio Gualtiero che, con la moglie e le due figlie, ha definitivamente convertito la proprietà in azienda vitivinicola, valorizzando i 90 ettari vitati oggi in regime biologico, suddivisi nelle parcelle di Poggiaccio, Poderuccio, Magia e Poggiarello. La cantina è stata strutturata per una gestione a caduta delle masse vinose e dalle ultime vendemmie c’è stato un ritorno al cemento, oltre a virare verso legni più grandi per l’affinamento. La produzione annua si attesta intorno alle 300.000 bottiglie.
(fp)
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