Nel 1982, quando la fama internazionale del Brunello doveva ancora esplodere, San Felice acquisì la tenuta Campogiovanni, sul versante sud-ovest della denominazione. Attualmente è composta da 20 ettari di vigneti, di cui 14 destinati alla produzione di Brunello di Montalcino. La versione 2017 del rosso italiano più amato negli Usa possiede profumi lineari e ben a fuoco, scanditi da un fruttato rigoglioso e maturo, con accenti dai toni speziati e affumicati. In bocca, il sorso è fitto e continuo, di articolazione modulata e finale ancora sui frutti rossi. Ma la storia di San Felice, di proprietà del Gruppo Allianz, inizia negli anni ’70 del secolo scorso e si svolge soprattutto sotto la “bandiera” del Gallo Nero, dove la tenuta di Castelnuovo Berardenga (oggi 140 ettari a vigneto) ha compiuto passi molto significativi, caratterizzati da un lungo programma di valorizzazione del Sangiovese, che ha fatto scuola per anni, affiancato da una ricerca sui vitigni di antica coltivazione con le Università di Firenze e Pisa. Più recente, invece, l’altro “fronte” enoico aperto da questa realtà, sempre in un territorio di riferimento della Toscana: nel 2016 arriva lo “sbarco” a Bolgheri (6 ettari a vigneto in località Le Sondraie) con la Tenuta Bell’Aja, consolidata, ed è notizia freschissima, dall’acquisto dell’azienda Batzella (7,5 ettari a vigneto), piccola realtà storica, sempre dello scenario bolgherese.
(fp)
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