Il Lambrusco, un gruppo di uve discendi dall’antichissimo vitigno Vitis labruscis, è un gigante nella sua terra di elezione, l’Emilia, dove occupa in predominanza le province di Moderna e Reggio Emilia, nonché fette importanti del parmense e zone limitrofi. I numeri, da soli, non raccontano tutta la storia ma sono comunque impressionanti: 165 milioni di bottiglie in un millesimo normale, produzioni di 1.4 milioni di ettolitri annui e 120 milioni di pezzi fra vini DOC e IGT. Il livello di qualità, purtroppo, non ha corrisposto a questo diluvio di vino e il trentennio 1970-2000 ha minacciato di ridurre il Lambrusco a poco più di un gassoso colorato, insipido e pieno di zucchero. Entra, però, Christian Bellei, erede di una ditta fondata negli anni ’20 e dell’ottimo “lambruschista”, Giuseppe Bellei. Cessata l’attività alla fine del secolo, Bellei e soci nel 2009 hanno riconiato il lavoro e riportato il Lambrusco di Sorbara alla dignità che merita. Sono 1.200 ettari in tutto ma a regola d’arte, questo è un Lambrusco per intenditori, piuttosto leggero di colore ma profumato di fragole di bosco e ciliegie di un notevole vigore e continuità, vibrante e lunghissimo al palato. L’acidità, ben presente, è pienamente integrata nel tessuto del vino, accompagnamento perfetto alla sontuosa cucina locale. Come il Rimosso di Bellei, che ha fatto risorgere l'antica tecnica della fermentazione in bottiglia, caduta in disuso.
(Daniel Thomases)
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