Una lunga, generosa, fertile permanenza (tra il molto altro il varo dei Vini Vulcanici, la zonazione, i raid esteri, i fitti eventi in loco) al vertice del Consorzio di tutela e negli organismi veneti e nazionali di punta; la fedeltà rigorosa e affettuosa alle varietà indigene; il lavoro sulle tipicità del terroir, con etichette separate per i cru a esaltare le differenti matrici geo-climatiche. Insomma: s’assegnasse mai un Oscar alla carriera come custode del territorio del Soave, Arturo Stocchetti lo meriterebbe senza remore. Ma, al di là dei fregi personali e istituzionali, a dire la storia del titolare della bella Cantina del Castello (dove fa squadra con due donne, la moglie Andreina e la figlia Giulia) sono, al solito, i vini. Il nitido entry level Castello, il corposo Carniga, l’evolutivo Pressoni, le bolle di Charme, la rarità vera del Recioto “mosso” Ardens, fine cammeo. Cui ora Stocchetti (in piena libertà compositiva dopo la fine degli oneri presidenziali) aggiunge la “sua” Igt. No uve “ospiti”, ma accento forte sullo speciale Trebbiano di Soave, 50% del blend e in maturazione fenolica attesa e piena, più la Garganega felice di Pressoni. Gas inerte a salvare aromi, lungo stop sui lieviti a dar texture al vino, zero residui zuccherini per serbarne la spina. Che è tesa, cristallina, ma vestita di gusto e sapidità. Brillante e seduttivo, Tentazioni fa onore a nome e autore.
(Antonio Paolini)
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