Il Terre Brune è il vino che rappresenta al meglio lo sforzo di una cantina non solo per elevare la propria qualità, ma anche per dare una mano all’ascesa di tutto un territorio. Agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso nella cooperativa sarda era arrivato Giacomo Tachis, il cui impulso fu certo determinante per il successo del Terre Brune alla sua prima uscita nel 1984. Ma questo rosso non fu un vino solo innovativo. Nasceva da antichi vigneti di Carignano e Bovaleddu del Sulcis meridionale, allevati ad alberello ancora a piede franco. Solo i metodi di vinificazione e affinamento rappresentarono uno strappo deciso col passato. Non scopriamo niente di nuovo nel raccontare la portata di questo vino, ma fa comunque piacere ribadire la bontà di un progetto che, in qualche modo, usciva dalla stessa bottiglia. Oggi Santadi, più di seicento ettari a vigneto per una produzione complessiva che supera 1.700.000 bottiglie, è una moderna cantina sociale e la Sardegna enoica una Regione un po’ meno distante dalla ribalta nazionale e internazionale del vino. Il Terre Brune 2011 non nasconde i tratti di un’annata piuttosto impegnativa nell’isola, ma sa restituire un profilo aromatico definito, dove le note tostate ben si amalgamano ad un frutto intenso dai contrappunti di macchia mediterranea. In bocca il sorso scorre pieno, caldo e avvolgente, congedandosi con un finale su note di cioccolato.
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