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Cantina Santadi, Vino da Uve Stramature Latinia 2015

Vendemmia: 2015
Uvaggio: Nasco
Bottiglie prodotte: 20.000
Prezzo allo scaffale: € 24,00
Proprietà: cooperativa di soci produttori
Enologo: Giorgio Marone, Riccardo Curreli
Territorio: Sardegna

Certo la stella resta il vino simbolo della cantina, il Terre Brune, ma anche il resto della gamma è cresciuto non solo in quantità ma anche in qualità, a partire dalla produzione bianchista. Come il Latinia, per esempio. La versione 2015 profuma di agrumi canditi, pesca, albicocca, fichi, resina di conifera e cenni iodati. Sorso, mai stucchevole, pieno, dolce, succoso e compatto, dinamizzato da una buona vena sapida, che invita alla beva. La storia di Santadi racconta più di molte parole l’importanza di questa cantina nel percorso di crescita del vino sardo. Una storia che nasce come tante, ormai quasi sessanta anni fa (era il 1960), dallo slancio di un gruppo di vignaioli, decisi a cooperare per mettere a frutto il proprio lavoro. I primi anni servono a rodare una macchina complessa e vedono la produzione e vendita di solo vino sfuso, mentre le prime bottiglie commercializzate con determinazione arrivano intorno agli anni Ottanta. Anni in cui in cantina era già in atto la svolta decisiva, visto che il presidente era già Antonello Pilloni (ancora in carica) e che il gruppo dirigente di allora aveva chiamato alla consulenza tecnica un certo Giacomo Tachis. Questi gli albori, oggi la Cantina Santadi è un colosso, almeno per l'economia dell'isola dei Nuraghi, da quasi 1.800.000 bottiglie e oltre 600 ettari a vigneto, ed un marchio apprezzato senza se e senza ma in Italia e all'estero.

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