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“CANTINE APERTE” (31 MAGGIO) - GLI ITALIANI IN CANTINA, UNA RICERCA DEL CENTRO STUDI VINITALY: “IL TURISMO ENOGASTRONOMICO NEL NOSTRO PAESE È UNA RISORSA ANCORA DA VALORIZZARE”

Il 40% degli italiani acquista il vino che consuma direttamente in cantina, il 46%, considera le degustazioni in azienda uno strumento efficace di promozione, mentre per il 34% lo sono gli eventi aperti al pubblico nelle varie città per degustare e acquistare vino direttamente dai produttori. Lo dice il Centro Studi Vinitaly (www.vinitaly.com), presentando i dati della ricerca svolta per Cantine Aperte, oggi 31 maggio, evento organizzato dal Movimento del Turismo del Vino.
Il successo di Cantine Aperte (edizione n. 17) dimostra l’appeal che il profondo legame tra il vino e i suoi territori d’origine esercita sia sui wine lover che su chi si avvicina a questo prodotto per la prima volta. Sempre secondo la ricerca del Centro studi di Vinitaly sugli italiani in cantina, il 50% dei wine lover partecipa a Cantine aperte e circa il 30% si dedica al turismo enogastronomico o percorre le Strade del vino. Rispetto alla media nazionale, infine, gli enoappassionati sono più sensibili alle tematiche ambientali (75,5% contro 42%), perché l’82,5% di loro ritiene che esiste uno stretto rapporto tra vino e tutela dell’ambiente.
Il turismo enologico è in continua crescita, ma si può fare di più. Chiara Lungarotti, presidente del Movimento Turismo del Vino, promotore della giornata che ogni anno coinvolge un milione di persone, dice che “sinergie tra produttori e istituzioni sarebbero auspicabili, perché il turismo del vino è una risorsa per entrare in contatto con nuovi consumatori, facendoli diventare ambasciatori dei nostri prodotti e dei nostri territori anche all’estero”. Tra i visitatori delle aziende che aderiscono a Cantine Aperte, infatti, ci sono molti stranieri e comunque anche gli italiani si spostano dalla propria zona di residenza per conoscere nuove aree di produzione.
Per attrarre sempre nuovi consumatori “ogni anno Cantine aperte si rinnova - dice Chiara Lungarotti - e dal 2010 intendiamo lanciare una campagna mirata di comunicazione dell’iniziativa all’estero”. Sviluppare il business del turismo enologico significa far conoscere i vini italiani nel mondo, ma bisogna garantire al visitatore un’ospitalità adeguata e di qualità, sia che si tratti di super appassionati che di neofiti curiosi aperti a nuove conoscenze sensoriali e culturali. L’esperienza delle cantine già attive nell’accoglienza può essere trainante per il sistema viticolo nazionale, fatto di tanti vini e altrettante zone di produzione con proprie peculiarità.

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