Sembra di passeggiare in un aranceto, sorseggiando il Taif 2021 di Cantine Fina: agrumi e zagara, mandorla cruda e mentuccia accolgono con intensità l'olfatto e si ripropongono in bocca, trasportati da un liquido fresco, rotondo il giusto, e decisamente sapido nel finale. Uno Zibibbo vinificato in acciaio dalla beva facile e piacevole, che si aggiunge alle altre etichette prodotte dalla famiglia a Marsala: uno Chardonnay, un Grillo, un Sauvignon Blanc, un Viognier e un eclettico Traminer Aromatico - per quanto riguarda i bianchi; un Perricone, un Merlot, un Nero d'Avola, un bordolese con Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, uno Syrah e un identitario Nero d'Avola di contrada - per quanto riguarda i rossi. Fra le 850.000 bottiglie prodotte, non mancano un rosato, uno spumante e la versione passita del Grillo, vitigno principe della zona in cui ha sede la cantina, nata nel 2005 e composta da 30 ettari, di cui 10 di proprietà. Il coinvolgimento nel mondo del vino da parte del fondatore Bruno Fina ha origine, in realtà, da tempi più remoti, quando negli anni Ottanta fu nominato enologo responsabile della cantina di sperimentazione e micro-vinificazione, che faceva riferimento all'Istituto Regionale della Vite e del Vino e al progetto ambizioso di rilancio della produzione vitivinicola siciliana di qualità. Una scintilla che fece maturare il sogno di una cantina di proprietà, sfociata in Cantine Fina 15 anni dopo.
(ns)
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