Syrah quasi in purezza, il Villa Da Vinci Linarius affina in legno per 4 o 6 mesi - a seconda delle caratteristiche dell’annata - ed è realizzato tramite il cosiddetto “Metodo Leonardo”, un capitolato viticolo ed enologico, esclusivo e segreto, messo a punto da enologi e studiosi, per tradurre le indicazioni di Leonardo (fornite in una lettera del 1515, indirizzata al fattore del suo podere di Fiesole) nelle tecniche odierne, ridando vita allo spirito del tempo rinascimentale. La versione 2016 profuma di ribes, lamponi e frutta rossa matura, a cui seguono note dolci di vaniglia. Il sorso è morbido e avvolgente, sostenuto da tannini risolti e da una buona sapidità. Le Cantine Leonardo da Vinci, che sorgono a pochi chilometri dal paese che ha dato i natali al grande artista rinascimentale e che ha ispirato il nome di questa realtà produttiva (oltre a quello della grafica delle sue etichette), rappresentano un piccolo colosso enologico toscano (750 ettari di vigneto per una produzione complessiva di 4.500.000 bottiglie, che spaziano tra tutte le denominazioni più rilevanti della Provincia di Firenze e della Toscana). La storia è quella di un progetto cooperativo, partito sessanta anni fa (con tappe rilevanti nel 1988 con l’acquisizione della Fattoria di Montalbano e nel 1990 con quella della Cantina di Montalcino), che dal 2012 è sotto la regia del Gruppo Caviro, il primo produttore di vino in Italia.
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