Che l’Etna sia diventato un po’ l’ultima e più ambita meta dell’enologia italiana non è certo un mistero. Accanto, all’affluenza di praticamente tutti i più importanti produttori siciliani sta anche ingrossandosi il numero delle migliori firme provenienti dal continente. È successo appena un paio di anni fa che Andrea Farinetti (Borgogno) e Francesco Tornatore (già sul vulcano con l’azienda che porta il suo nome) abbiano incrociato le loro esperienze nei terreni lavici etnei. Carranco, questo il nome, del loro progetto enologico si trova a Verzella di Castiglione di Sicilia e conta su 8 ettari a vigneto con ceppi di 50-60 anni di età, posti a 500 metri di altitudine sul versante nord dell’Etna. Nel giro dei prossimi due anni arriverà la cantina e il progetto - che nel 2019 al suo primo anno di attività ha fatturato 120.000 euro - assumerà una fisionomia più definita, portando la produzione tra le 60.000 e le 80.000 bottiglie. Intanto lo stile aziendale è già chiaro e sembra aver imboccato la strada giusta. Cemento e legno grande garantiscono la piena espressività del Nerello e del Carricante, oltre a conservare l’originalità dei vini prodotti sul vulcano. L’Etna Rosso Villa dei Baroni 2017 al naso si esprime con belle note di mora, tocchi erbacei e cenni di pepe e liquirizia. Al palato, la progressione del vino è articolata e succosa, con ingresso rotondo e sviluppo tonico e incisivo.
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