Una Barbera che custodisce una storia di donne lunga un secolo: si chiama Litina in omaggio al nome di una prozia che, a inizio 900, portò in dote questo vigneto del Castelletto, la collina di Costigliole d’Asti, dove lo sguardo sconfina dal Monferrato al Monte Rosa. Zia Litina amava le rose rosse e la nipote Mariuccia Borio, produttrice che ha ereditato questi filari, a ogni capo filare ne ha piantata una. Le uve Barbera provengono da questo vigneto amato e baciato dal sole, che ha vecchie viti di oltre trent’anni. Qui Mariuccia contribuisce a mantenere un ambiente naturale favorevole non solo alle viti, ma anche agli animali: le siepi non tagliate sono riparo per ricci, lepri e altri piccoli animali; decine di nidi tra i filari favoriscono la nidificazione di numerose specie di uccelli; le cavità di un filare di vecchi gelsi sono diventate il riparo per picchi, gufi e scoiattoli rossi. Un equilibrio che si ritrova nel bicchiere assaggiando Litina, una Barbera elegante con un buon equilibro tra acidità e morbidezza. Bisogna pazientare qualche anno prima di berla: ora è pronta la 2016. Una spezia leggera di vaniglia volteggia tra frutti di bosco e melograno maturo. In bocca la sensazione è di un piacevole e avvolgente calore. È il vino ideale per una serata d’inverno. Provata con piccole tagliatelle all’uovo con ragù di fegatini. Si adatta bene anche con formaggi di media stagionatura, tome e pecorini.
(Fiammetta Mussio)
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