Non è un mistero che per gli appassionati, il Castello della Sala sia sinonimo di produzione bianchista e, soprattutto, sia la culla del Cervaro della Sala. Chardonnay con una piccola aggiunta di Grechetto, nacque nel 1985, giungendo sul mercato nel 1987, con l’intento di affiancare un bianco significativo ai grandi rossi toscani. Quando uscì apportò elementi innovativi fondamentali, che poi avrebbero influenzato la produzione di vini bianchi a livello nazionale, come, per esempio, una vinificazione in stile borgognone, attraverso l’utilizzo di legno piccolo sia per la fermentazione che per la maturazione. Ancora oggi è decisamente il vino bandiera aziendale confermando la sua cifra stilistica, con la quota di Chardonnay, viene fermentata in legno, a cui segue anche la malolattica in barrique, dove resta successivamente per sei mesi in affinamento. La versione 2020 è di colore giallo paglierino brillante, leggermente carico. Al naso, le note tostate introducono ad un bel incrocio tra agrumi e frutti esotici, con lievi sensazioni di burro e spezie a rifinitura. In bocca il vino è sapido e morbido, dallo sviluppo continuo e succoso, che si conclude in un finale intenso e invitante. La Tenuta del Castello della Sala, acquistata nel 1940 dalla famiglia Antinori, si estende su una superficie totale di 500 ettari, di cui 170 a vigneto, per una produzione complessiva di 850.000 bottiglie.
(fp)
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