Il Castello di Verrazzano è famoso perché fu la residenza giovanile del navigatore Giovanni da Verrazzano (che esplorò la baia di New York nel XVI secolo). Ma al di là di questa rilevanza storica, qui esiste, almeno da un secolo, una solida produzione vitivinicola che oggi conta su 52 ettari a vigneto in biologico - reimpiantati a partire dal 1958 dalla Famiglia Cappellini attuale proprietaria della tenuta, che ne rilevò la proprietà dalla famiglia Ridolfi - e coltivati in prevalenza a Sangiovese, Merlot, Canaiolo, Cabernet Sauvignon e Colorino, con una piccola quota di Trebbiano, Malvasia e Traminer. Siamo nel cuore dell’Unità Geografica Aggiuntiva di Greve in Chianti e i vini aziendali, per una produzione che si attesta intorno alle 280.000 bottiglie, dominata evidentemente dal Gallo Nero, sono conformati all’insegna di uno stile sobrio e tendenzialmente essenziale, dai rimandi classicheggianti, con le maturazioni (effettuate nella cantina che risale al XVI secolo) che, via via salendo nella gerarchia delle etichette, passano dal legno grande alle barrique (per la Gran Selezione). Il Chianti Classico 2021, maturato in legno grande per 18 mesi, ha profumi ariosi di ciliegia e mora con tocchi che rimandano alle viole su sottofondo affumicato. In bocca il sorso è sapido, fragrante e scorrevole, dallo sviluppo non privo di chiaro-scuri e dal finale croccante e di nuovo dai toni affumicati.
(fp)
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