La cantina di Castelvecchi esiste ormai dal 1043, fra le più antiche ancora attive in Toscana. Siamo a Radda in Chianti e sono i Paladin - famiglia trevigiana proprietaria di Castelvecchi (dal 2004) insieme a Paladin in Veneto, Bosco del Merlo in Friuli e Castello Bonomi in Franciacorta - che traghetteranno l’azienda verso il traguardo delle 1000 vendemmie. Nel frattempo si sono presi particolare cura dei vigneti: 22 ettari che nascono un piccolo tesoro di cloni antichi di Sangiovese, coltivati nei secoli e raccolti in un vigneto vivaio, realizzato insieme all’Università di Milano. Gli ettari sono anche stati parcellizzati in 11 cru, per definire meglio le caratteristiche di queste vigne che si trovano fra i 500 e i 600 metri di altezza, piantati su suolo ricco di galestro, macigno e alberese: si chiamano Le Madri, Vivaio, Ciliegio, Giardino, Sorbo, Poggione, Maggio, Ontani, Madonnino, Corto e Colle Petroso. Ospitano viti nate sa selezione massale e molto superano i 50 anni di età. Dai vigneti di Ciliegio, Maggio e Corto si ottiene il Capotondo, che fermenta in cemento e poi affina in legno grande e piccolo ma esausto. La vendemmia 2021 è stata regolare: inverno freddo, primavera piovosa, estate calda e autunno gentile; ne è nato un chianti classico tipicamente crudo, dalle vivaci tonalità floreali e vegetali e dal sorso saporito e aderente, che si diffonde materico, in chiusura poi caldo, fruttato e pepato.
(ns)
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