Novità 2019 di Cavit è una Nosiola (al femminile, nonostante molti lo declinino al maschile, perché viene da nocciola). E il nome è un esercizio etimologico: Conzàl. La parola deriva dal greco “konchos” (conchiglia), che poi divenne “congius” in latino e in Trentino, congiale ma anche bigoncio (due volte). Che dir si voglia, si tratta di un recipiente per le uve di piccole dimensioni, sinonimo di piccole quantità e quindi di preziosità per questo vitigno autoctono a bacca bianca coltivato in Trentino da alcuni secoli. La limitatissima diffusione è data dal fatto che la Nosiola è molto sensibile al marciume e richiede un clima sempre ventilato. I vigneti da cui nasce il Conzàl sono alloggiati su piccole terrazze denominate “fratte” e situati in collina, a circa 350 metri s.l.m., nella zona di coltivazione più rinomata: i Monti di Calavino, una dorsale scolpita dal ghiacciaio con suoli profondi, calcarei e marnosi. Il Conzàl è prodotto con una selezione di viti con almeno trent’anni di età. Dopo la selezione dei grappoli, si effettua una leggera macerazione in pressa, poi avvengono la pigiatura soffice e la fermentazione a temperatura controllata. Segue l'affinamento in acciaio inox per circa sei mesi e il successivo imbottigliamento a freddo. Niente legno, per preservare l’integrità dei profumi, che danno un bouquet intenso e complesso. Grande freschezza e piacevolezza alla bocca.
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