Sette annate - selezionate tra le migliori, in maggior percentuale le più “vecchie” - “compongono” RP, il Passito di Cecchetto imbottigliato nel 2021 (sulla retroetichetta un coinciso quanto enigmatico 7-21). Si tratta di un vino raro. Le rese sono bassissime: RP esce solo quando ce n’è abbastanza per farne qualche migliaio di bottiglie da mezzo litro. “I pregi e i difetti di ogni annata vengono enfatizzati dall’appassimento e il blend li bilancia” - spiega Giorgio Cecchetto, che del Raboso ha una profonda conoscenza. E il risultato lo dimostra. Affinato per tre anni in botti di rovere, presenta colore e consistenza molto densi. Al naso predominano le note di frutta rossa appassita. In bocca emerge la “matrice Raboso”: prugna e marasca sotto spirito. All’ingresso dolce seguono una piacevole nota fresca sul palato, che controbilancia i 140 g/litro di zuccheri residui, e una chiusura tannica. Masticabile e di lunga persistenza, RP è uno dei frutti dell’appassionata ricerca di Giorgio Cecchetto sulle potenzialità inespresse del Raboso del Piave, insieme al “tradizionale” Raboso Piave doc, all’innovativo Gelsaia - parte delle uve appassite e precursore della docg Piave Malanotte - e al rosé metodo classico Rosa Bruna. Insieme a lui la moglie Cristina e i figli Marco, Sara e Alberto gestiscono 110 ettari nella Marca Trevigiana a Motta di Livenza, Cornuda e Tezze di Piave dove è la sede aziendale.
(Clementina Palese)
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