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CENSIS: IL DISTRETTO DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO E’ UNO DEI “POLI MAGNETICI” PER ECCELLENZA DELL’ENOTURISMO ITALIANO

Un distretto del vino di successo che in soli 25 anni di duro e appassionato lavoro sta regalando davvero grandi risultati e che oggi è chiamato a imboccare la via alta dello sviluppo: Montefalco e il suo figlio più prestigioso “il Sagrantino”, sono diventati a tutti gli effetti un “polo magnetico” per tantissimi enoturisti, grazie all’intelligente capacità di mettere a frutto e sviluppare tutte le risorse di un territorio, accomunate da un unico e significativo denominatore: il vino.

Questo, in sintesi, il ritratto del distretto di Montefalco, visto dagli occhi del presidente del Censis Servizi Spa, Fabio Taiti, nel convegno-evento per i “25 anni” del Sagrantino, che ha tracciato, per l’occasione, le linee guida di una riflessione sulle potenzialità di sviluppo del più importante distretto enoturistico dell’Umbria. Un distretto a tutti gli effetti, quello di Montefalco e degli altri comuni del Sagrantino (Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, Bevagna, Giano dell’Umbria), che “nel suo Dna - secondo Taiti - racchiude tutti i fattori di questo successo e capace di poter contare su un produttore leader (il riferimento è a Marco Caprai), dotato delle tipiche caratteristiche di un giovane pioniere schumpeteriano: intuito, fantasia, innovazione, risorse, protagonismo, comunicativa, provocazione alla imitazione e all’inseguimento; affiancato ad un numero circoscritto ad altri produttori”.

Il tutto unito alla buona direzione dell’offerta data al turismo enogastronomico che passa dalla valorizzazione delle attrattive artistiche e culturali, agli eventi di un certo livello, alla crescita della ricettività, ma anche al consolidamento della ristorazione e dei prodotti tipici locali. Tutti gli ingredienti di un terroir che oggi deve necessariamente fare i conti e confrontarsi con il cambio “epocale delle strutture e dei comportamenti che dominano il consumo e i turismi enogastronomici, ma soprattutto - aggiunge ancora Taiti - la competitività ormai pressante di tante offerte di paradigma (eventi del vino e della gastronomia prossimi o remoti, appuntamenti rituali nel ciclo delle stagioni e sotto varie stelle, quasi 100 Strade del vino ...), tra di loro sempre più uguali e scontate”.
Uno scenario denso e “affollato” di iniziative ed etichette che si confronta sempre più con un consumatore, che il presidente del Censis definisce a tre facce, sempre più razionale nelle proprie scelte di acquisto, ben informato ed esigente ma soprattutto “politeista”, “ovvero non più unicamente appartenente al segmento alto, o medio o basso del mercato, ma frequentatore trasversale e, a seconda dei casi, ora prudente formica ora spensierata cicala”. I tempi cambiano insomma, e per mantenere posizioni e anzi accrescere i flussi, il professor Fabio Taiti si dice convinto, che occorra imboccare la via alta allo sviluppo, volta al mantenimento della propria filosofia identitaria di terroir, senza perdere di vista il mercato e la sua composizione ed avendo ben chiari i propri obiettivi di sviluppo a breve, medio e lungo termine. Fare e continuare a fare sistema, in maniera sempre più condivisa, con un occhio alla qualità ed anche ai prezzi, proponendo sempre più un’offerta integrata che deve saper guardare ad un pubblico divenuto ormai adulto in un’epoca globale.
Da parte sua il sindaco di Montefalco Valentino Valentini, che ha condiviso le osservazioni del Censis, ha dichiarato che “il target di turista al quale il territorio del Sagrantino deve rivolgersi è un turista di alta qualità, e quindi va realizzato un lavoro per perfezionare ulteriormente ed ampliare l’offerta turistica. Un lavoro già avviato da due anni dalla Strada di Sagrantino, che mette insieme i principali soggetti economici dei cinque comuni della docg, e che tra pochi giorni porterà già ad una concreta azione promozionale: l’apertura a Berlino, nel cuore del Mitte, il quartiere più trendy di Berlino Est, di una prima “ambasciata” del gusto, firmata Sagrantino. Il “Sagrantino Wine Bar” sarà, così, il primo esempio italiano in assoluto di “delocalizzazione” del punto vendita nel “wine & food” e proporrà il rosso di Montefalco integrato a tutto il “sistema territoriale” del famoso terroir. Ma tutto questo - continua il sindaco Valentini - non basta: occorre sempre di più preservare il nostro territorio rurale, iniziativa che spetta in primo luogo alle istituzioni pubbliche. E’ per questo che sono già in corso d’attivazione le procedure per l’ottenimento della certificazione ambientale Emas per i comuni di Montefalco e Bevagna”.
Il distretto del Sagrantino, uno dei primi d’Italia nell’enoturismo (insieme a Montalcino, con il Brunello, Langhe, con Barolo e Barbaresco, Chianti Classico, Collio, Franciacorta, Valpolicella e Conegliano/Valdobbiadene), è diventato il “simbolo” di affermazione di un territorio grazie, soprattutto al vino. E i suoi numeri sono importanti: il giro d’affari complessivo generato dai vini doc e docg è di 25 milioni di euro (30% all’estero; mercati più importanti Germania, Svizzera e Usa), 2,4 milioni di bottiglie (di cui metà di Sagrantino), 35 cantine (che hanno in corso investimenti di rilievo), 629 ettari di vigneto.

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