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CHE IN ITALIA SI BEVA SEMPRE MENO VINO È VERO, MA DAL MERCATO INTERNO NON ARRIVANO SOLO CATTIVE NOTIZIE. “PER CHI FA IL MEDIO-ALTO DI GAMMA I NUMERI STANNO TENENDO, E STANNO ANCHE CRESCENDO”. PAROLA DI MARCELLO MEREGALLI, AD DEL GRUPPO MEREGALLI

Che in Italia si beva sempre meno vino è vero, ma dal mercato interno non arrivano solo cattive notizie. “Per chi fa il medio-alto di gamma i numeri stanno tenendo e in alcuni casi si sono anche visti degli incrementi”. Parola di Marcello Meregalli, ad del Gruppo Meregalli, azienda da 50 milioni di euro di fatturato e leader della distribuzione di vini di qualità nel Belpaese. “Sono cresciute le bollicine di qualità italiane e, soprattutto, denominazioni storiche che hanno cominciato a fare un prezzo un po’ più “furbo” - spiega a WineNews.tv - più in linea con la situazione di mercato. Prezzo che va in enoteca tra i 10 e i 20 euro, e che anche al ristorante si attesta sui 20 euro”. Vini che, dunque, in media escono dalla cantina tra 5 e 8 euro a bottiglia. E anche nella grande distribuzione la qualità paga: il Brunello di Montalcino (prezzo medio 17,2 euro), per fare un esempio, è cresciuto del 14,8% nel 2011 sul 2010. Insomma, sembra che in tempi di crisi il consumatore preferisca magari bere una bottiglia in meno, ma più buona. “Se apriamo i nostri armadi tutti i giorni scopriamo che abbiamo 4 cappotti dello stesso colore, o che abbiamo il cellulare nuovo ogni 6 mesi. E magari siamo andati a lesinare sul godimento personale. Ora che siamo tornati, causa crisi, a fare spese più oculate, invece spendiamo soldi per soddisfare di più le esigenze del nostro organismo, e il vino fa parte di questo fenomeno”. E piano piano il mantra del “rapporto qualità-prezzo”, che ha guidato (e guida tutt’ora) la gran parte delle scelte di acquisto del vino, sembra cedere spazio a decisioni “funzionali” (il vino da pasto, quello per un regalo, una bottiglia particolare da offrire agli ospiti a cena). Cosa c’è da aspettarsi, dunque, nell’immediato futuro del mercato italiano? “Ci sarà il consolidamento di questa fascia che prima era considerata media, ma con la crisi è diventata medio-alta visto il potere di acquisto. Questo ci fa ben sperare per quello che è il prodotto qualitativo che viaggia in gdo a 5-7 euro in su e in enoteca parte da 10 euro. Bene le bollicine e il ritorno ai vini stranieri, e non solo da collezione. Anzi, sui vini di altri Paesi siamo tornati a livelli precrisi” ...

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