Il nome evoca la vecchia via che collegava Roma a Reims. E anticipa l’aura legata al varo di questo progetto, nato in modo davvero speciale: tre amici, una notte stellata, un sentiero affacciato su una delle vigne mito di Saint Pierre. E in questo speciale scrigno valdostano Andrea Malgaroli, Mattia Parello e Giorgio Anselmet (già noto in valle per le sue produzioni dal piglio francofilo) decidono di sdoganare un sogno: produrre insieme solo metodo classico impiegando Chardonnay e Prie Blanc in percentuali – gli autori sono un filo misteriosi – volutamente non dichiarate. Non contenti di essere l’unica azienda valdostana focalizzata solo sulle bolle, i tre rilanciano con la scelta di affinare per 36 mesi le cuvée in antiche grotte presso il borgo di Villeneuve. Un’opzione che rievoca immagini ancestrali, caverne foderate di neve e naturalmente adatte (e perciò scelte in passato) alle maturazioni di formaggi e salumi. Dentro, 10° costanti; in bottiglia dosaggio bassissimo, lenta autolisi sui lieviti. Fuori il silenzio, il buio, la montagna. L’ultima covata appena imbottigliata ha netta base minerale, ben espressa nel sentore evidente di foglie bagnate. La texture è lieve, appena pungente, fresca e golosa. Il vino si distende al palato in bilico tra giusta grassezza, note salmastre e delicate di fiori, con bolle fini in equilibrio. Qualche mese di vetro, e l’Etral sarà un hit.
(Antonio Paolini)
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